Mario Loreti nacque nella capitale nel 1898 da Ferdinando Loreti, proprietario di un’azienda di arredamenti in legno. Presso la bottega paterna Mario condusse le sue prime prove di design di mobili in stile classico secondo il gusto dell’epoca e della committenza, tra cui anche la Casa Reale.
In seguito all’iscrizione all’Ordine degli architetti di Roma nel 1928, come risulta dagli archivi dell’Ordine di Roma, fu impegnato in diversi progetti caratterizzati dal gusto ecclettico e classicista per palazzi residenziali in via Beccaria e nella zona del Corso Trieste. Parallelamente, svolse l’attività di assistente volontario per la cattedra di Architettura generale e per quella di Rilievo e Restauro dei monumenti tenuta da Gustavo Giovannoni.
Nel 1932 l’iscrizione al Partito fascista segnò la svolta professionale e gli diede la possibilità di accedere a concorsi e incarichi professionali di grande rilievo a Roma e in altre città italiane. Risale a questi anni la maturazione di uno stile che si libera dagli stilemi classici e dai riferimenti storicistici in favore di uno stile moderno e contemporaneo, caratterizzato da linee pulite e da geometrie rigorose, dove i tratti distintivi sono la cura dei dettagli e la scelta dei materiali di finitura. Ai raffinati elementi in pietra, impiegati sia per elementi portanti – scale, pilastri, cornicioni- che per rivestimenti – pavimenti e boiserie -, si affiancano arredi in legno, lampade in vetro, elementi in ferro, su suo disegno o su disegno di artisti e artigiani che collaborano con lui. Esempio brillante e straordinariamente ben conservato della perfetta fusione tra progetto architettonico e arredi è l’Hotel Mediterraneo a Roma (1938), recentemente posto sotto tutela dal Ministero della Cultura, dove sono ancora visibili e ben conservati gli intarsi lignei di Achille Capizzano, i cristalli di Venini, le lampade di Gustavo Pulitzer Finali.
Fu a Varese che Loreti lasciò la più coerente testimonianza del suo estro artistico. I concorsi banditi per il rinnovamento di parti della città e per la costruzione di edifici pubblici simbolici, a seguito della istituzione della Provincia di Varese nel 1927, lo videro autore del progetto urbanistico di piazza Monte Grappa con la torre littoria, ora civica, con palazzo Castiglioni, con la sede dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale attuale Inps, con il palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà e con il palazzo delle Corporazioni fasciste, oggi sede della Camera di Commercio.