L’esaltazione del lavoro

Fotografia degli anni Trenta del perduto affresco L’esaltazione del lavoro. Archivio Giuseppe Montanari

L’affresco noto come Lesaltazione del lavoro, di cui in mostra si presentano i cartoni preparatori, ha un complesso impianto iconografico. La narrazione paratattica, suddivisa su più registri, ha il suo focus nella figura del Duce, rappresentato nella  posa più iconica, intento ad osservare, in una posizione sopraelevata, l’operosità del popolo. L’opera, dal chiaro intento propagandistico, ritrae un’Italia laboriosa e richiama i celebri versi di Ovidio:

Aurea prima sata est aetas, que vindice nullo,

sponte sua, sine lege fidem rectumque colebat

Per prima fu generata letà aurea che, senza alcun giustiziere,

spontaneamente, senza legge, rispettava lealtà e rettitudine.

Nella parte sinistra della composizione viene esaltata la fertilità della donna e della Terra. Una giovane madre si accinge a fasciare il bambino che custodisce sulle ginocchia, mentre di fronte a lei un seminatore dal corpo scolpito e vigoroso sparge il grano con un gesto rituale. La scena, dall’impianto piramidale, si chiude con la figura sacrale di una donna che, secondo l’usanza contadina, reca sul capo una cesta ricolma di frutti maturi, doni della madre terra. L’attenzione dell’osservatore è indirizzata, grazie all’espediente dell’albero che svetta alto verso il lindore del cielo come unaspirazione alla felicità, verso il registro superiore in cui la narrazione agreste si chiude con il possente gesto del contadino che guida l’aratro tirato da buoi, soggetto riproposto in altre opere da Montanari.

Sullo sfondo, all’estrema sinistra, l’immagine della nave che solca le acque è un evidente riferimento ai fiorenti commerci.

La parte a destra dell’affresco è dedicata ad una delle principali connotazioni del periodo fascista: il rinnovamento architettonico urbano.  Nella parte inferiore operai dai corpi erculei, incuranti della fatica, spostano blocchi di marmo e lavorano in armonia nell’erigenda costruzione. Con vigore e pose solenni innalzano colonne e realizzano, come segnale di gloria, alcune fabbriche, emblema della produttività e della crescita del paese. 

Lo stile adottato da Montanari è solenne e celebrativo, i personaggi sono pervasi da un senso di quiete surreale, i volti sono ieratici, nessun elemento compositivo in questa pittura è lasciato al caso, anche i gesti più semplici e quotidiani, come il seminare o il trasportare la frutta, emanano fierezza e riportano alla mente il linguaggio aulico della statuaria classica.

Dell’originario affresco, che era collocato sulla parete ellittica di fronte a La potenza dellItalia nella sala delle Adunanze, nulla è stato preservato fino ai nostri giorni, neppure labili tracce di posa, in quanto si è intervenuti per eseguire consistenti lavori per la nuova destinazione d’uso della sala.