Giuseppe Montanari

Giuseppe Montanari nel suo studio, anni Trenta.
Archivio Giuseppe Montanari

1889 – 1921

Giuseppe Montanari nasce a Osimo, in provincia di Ancona, il 30 ottobre 1889. Compie gli studi classici in un collegio di Fermo.

Si trasferisce nel 1906 a Milano per frequentare l’Accademia di Brera sotto la guida di Cesare Tallone, conseguendo il titolo nel 1912 con il Premio Ministeriale. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale dal maggio 1915 al settembre 1919 nel Corpo di Artiglieria di Montagna, venendo insignito della Croce al merito di guerra.

Rende testimonianza diretta della sua vita di guerra in numerosi disegni ed opere grafiche, tra cui una serie di cartoline disegnate ed acquarellate tra il 1916 e il 1917.

Nel 1919, invitato a Varese dal commilitone Celestino Ghiringhelli, ne conosce la sorella, Giovanna Ghiringhelli, detta Nina, che sposa a S. Maria del Monte il 10 aprile 1920, andando a vivere nella casa alla Prima Cappella di Via Conventino, ove adibisce il suo primo studio varesino.

Nel 1921 nasce il figlio Luigi, che muore in guerra nel 1943.

1922- 1930

Nel marzo 1922 esordisce come pittore all’Esposizione Nazionale crescente successo di critica e premi quali: la Grande medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione alla Biennale di Brera nel 1925 con il quadro Le vecchie, il Premio del Carnegie Institute dell’Internazionale di Pittsburg nel 1930 con l’opera I pescatori.

Nel 1928 nasce il secondo figlio Gian Carlo.

Dal 1924 al 1952 partecipa ininterrottamente alla Biennale di Venezia, ottenendo immediate e favorevoli menzioni, a partire dalla prima esposizione del 1924 con le opere La colazione e La Madre d’eroe.

1931-1940

Nel 1932 nasce la figlia Marisa. Nel 1935 allestisce una prima mostra personale alla Biennale di Venezia, conseguendo il Premio “Marini Missana”. Il dipinto I pescatori gli vale a Milano il conferimento del Premio “Principe di Brera” con l’opera Sorelline che guadagna una citazione d’onore dalla commissione giudicatrice e viene acquistata dalla galleria d’arte Benson di Londra.

Nel corso del decennio si presenta in mostre personali e collettive alla Galleria Prevosti di Varese (1925 e 1929), alla Galleria Bravo di Brescia (1925) e alla Galleria Micheli di Milano (1928).

Nel decennio presiede la commissione ordinatrice del Sindacato delle Belle Arti di Varese, organizzando e curando le relative mostre sindacali.

1940-1950

Nel 1940 a Varese allestisce una mostra personale al Palazzo Verga. Nella stessa città gli viene affidata la decorazione del Teatro Impero, ove esegue scene mitologiche sui lati del palcoscenico.

Nel 1942 espone per la seconda volta in una sala personale alla Biennale di Venezia.

Viene presentato alla Galleria Varese (1944), a Milano alla Galleria Gavioli (1945) e Galleria Annunciata (1947).

Nel 1945 il quadro Piccola malata presentato alla Biennale di Milano merita il premio “Fondazione Feltrinelli”.

1950-1976

Nel dopoguerra continua ad essere una figura di spicco delle arti visive in Italia e all’estero. Numerosi i premi ottenuti, tra i quali: Premio “S. Margherita Ligure” (1950), Premio “Città di Gallarate” (1952), Premio “Città di Desio” (1952), Premio “Suzzara” (1953), Fondazione Feltrinelli e Biennale di Milano (1957), Premio “Città di Viareggio” (1962).

Nel 1967 è celebrato in una mostra antologica alla Galleria Prevosti

Umberto” e del premio “Città di Milano”; viene acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Nel 1936 riceve il Diploma d’Onore alla Internazionale di Budapest.

Inizia gli affreschi monumentali al Palazzo Littorio di Varese, decorandone il piano terra e il primo piano.

Nel 1937 gli è attribuita la Medaglia d’Oro alla Mostra Internazionale di Parigi.

Tra il 1938 e il 1939 esegue un ciclo di affreschi nell’allora Palazzo delle Corporazioni di Varese, l’attuale Camera di Commercio.

Nel 1939 affresca anche la Casa del Mutilato di Varese, ora sede dell’Assessorato alla Cultura, dipingendo La Gloria incorona i combattenti per la Patria, detto anche In trincea.

Nel 1968 alla Mostra Internazionale d’Arte di Campione d’Italia il quadro Eucalyptus a Granada viene insignito della Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica.

Ad Arcumeggia affresca nel 1960 l’VIII stazione della Via Crucis, Gesù consola le donne di Gerusalemme e vi realizza due altri affreschi nei primi anni Sessanta.

Esegue mosaici a Varese nel padiglione dei solventi S. Maria dell’ospedale civico (1962) e per il palazzo dell’A.C.I.

Alla pittura affianca un’intensa e stimata attività di giornalista e critico d’arte. Muore a Varese il 15 aprile del 1976.

Viene commemorato il 4 maggio in una seduta del Consiglio comunale.